“I sopravvissuti ci hanno detto che il loro gommone era partito dalla Libia alle 2 del mattino e dopo due ore dalla partenza ha iniziato a imbarcare acqua. Abbiamo fatto tutto il possibile, ma purtroppo sei persone hanno perso la vita in questa tragedia”. Così il coordinatore della squadra di Ricerca e Soccorso di Sos Mediterranee, Mathias Menge, riassume lennesimo, tragico bilancio del naufragio avvenuto a trenta chilometri a largo della Libia. E se la nave Aquarius della Ong italo-franco-tedesca Sos Mediterranee è riuscita a trarre in salvo ben centoquattordici persone salvate (fra di loro, 24 minori , di cui tre bambini sotto i cinque anni, e otto donne), per latre sei invece non cè stato nulla da fare. Così come, non è stato possibile recuperare il corpo di un altro migranteannegato in mare. Impegnativo anche il lavoro dei medici a bordo della nave, chiamati ad intervenire diversi casi di ipotermia, ustioni da benzina e intossicazione da inalazione di carburante. Stavolta la commozione è andata al salvataggio di un ragazzino di circa 10 anni che, all’arrivo dei soccorsi, era a faccia in già in acqua. “Era privo di sensi dopo aver inalato carburante e acqua di mare – ha raccontato Sarah Giles, medico di MSF a bordo della Aquarius – Per fortuna è stato soccorso in tempo e siamo riusciti a stabilizzarlo”.
M.